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IPOCONDRIA

Quando la malattia è la paura della malattia.


Ipocondria. Terapia Breve Strategica. Torino

Iniziando con la definizione del disturbo secondo il DSM V, vengono analizzati i copioni più comuni di persistenza del disturbo. L’articolo si conclude con una sintesi di intervento in ottica della terapia breve strategica.


"Vengono ingiustamente detti immaginari mali che sono invece fin troppo reali, dato che procedono dalla nostra mente, unico regolatore del nostro equilibrio e della nostra salute.”


Per ipocondria si intende la paura costante di avere una malattia. Nel DSM V il disturbo non è più inserito con il nome di ipocondria, viene denominato infatti come disturbo da ansia di malattia e definito come la preoccupazione di avere una grave malattia. Tra i criteri diagnostici vi è appunto la paura di una malattia non diagnosticata (criterio A); l’assenza di sintomi somatici o una presenza solo di lieve entità (criterio B); una forte ansia per il proprio stato di salute che accompagna la preoccupazione per la malattia (criterio C). Gli individui con questo disturbo controllano ripetutamente se stessi (allo specchio) o fanno ricerche eccessive sulla malattia che pensano di avere (Criterio D).

La vita dell’individuo si struttura così intorno al tema centrale della malattia rendendo l’esistenza della persona ipocondriaca pervasa dalla preoccupazione costante di essere malata. Questa percezione può essere conseguente ad un episodio in cui il soggetto ha vissuto realmente una minaccia per la propria salute, come essere del tutto slegata da un’esperienza reale di patologia.

Può essersi manifestato un episodio acuto di panico, dopo il quale la persona ha richiesto controlli specialistici e ha iniziato ad ascoltare ripetutamente i propri sintomi fisici, con il risultato di consolidare ancore più massicciamente il proprio timore.

Ogni segnale del corpo, per l’ipocondriaco, assume la forma di un sintomo da indagare in quanto indice di una possibile grave malattia.




Come persiste il disturbo?


Ripetendo, nel tempo, la ricerca dei sintomi organici, quindi ascoltando e trovando un segnale dal corpo (il corpo non è mai muto) la persona costruisce, attraverso la sommatoria dei sintomi o dei segnali, l’idea della malattia e si comporta come se fosse davvero malato. È dunque tutto quello che nel tempo il soggetto fa per confermare questa possibilità a creare il problema.

Nello specifico, è comune trovare questo copione, ripetuto in maniera più o meno marcata, in relazione alla gravità del disturbo e dunque all’impatto sulle aree di vita della persona.

  • Controlli medici specialistici

  • Ricerca di informazioni sui social e su internet

  • Condivisione del proprio timore di malattia e conseguente richiesta di aiuto alle persone vicine

  • Evitamento di situazioni che possono implicare l’avere a che fare con potenziali agenti di contagio (persone malate o non in perfetta salute)

  • Evitamento di possibili situazioni stressanti per la propria salute, come ad esempio l’esercizio fisico

  • Precauzioni varie rispetto alla possibilità di contagio


Si può guarire dalla paura di essere malati?

Nell’ottica della terapia breve strategica la prima modalità di intervento è l’analisi del funzionamento del problema, che nel caso di un paziente ipocondriaco deve necessariamente passare dall’indagine di ciò che il paziente mette in atto in funzione del suo timore di malattia. Grazie al dialogo strategico verranno evidenziati tutti quei comportamenti evitanti e di controllo sulla sintomatologia fisica che alimentano la paura e sostengono la permanenza e la pervasività del disturbo. Verranno dunque fornite al paziente delle precise indicazioni per interrompere le sue soluzioni disfunzionali con l’obiettivo di interrompere circolo vizioso invalidante.

Gli effetti attesi in una prospettiva a lungo termine di guarigione dal disturbo, sono la possibilità che la persona possa riacquisire un controllo volontario e funzionale sul proprio stato di salute che non sia appunto forzato dall’ossessione della ricerca dei sintomi e della costante ricerca di rassicurazioni mediche specialistiche. Si tratta di ristabilire un confine sano tra mente e corpo in cui la persona senta di poter gestire anche tutti gli eventuali sintomi derivanti da uno stato di malessere senza essere dominato e pervaso dall’ansia di una malattia grave.


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