La trappola della paura e del controllo
Il disturbo ossessivo compulsivo, comunemente associato alla messa in atto di comportamenti ripetitivi, talvolta bizzarri, è di fatto un disturbo psicologico molto frequente e non sempre così evidente.
Nell’articolo è presente una breve panoramica sugli aspetti più comuni del disturbo, come la differenza tra ossessioni e compulsioni oltre che le loro caratteristiche, e su come il disturbo si possa mantenere nel tempo
“Il vero mistero è ciò che si vede e non l’invisibile”
Il Disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) è un disturbo caratterizzato dalla presenza di pensieri ossessivi e comportamenti ripetuti ad essi associati, che si reiterano nel tempo e possono generare un disagio significativo, diventando un’interferenza per la vita quotidiana. L’immagine più comunemente associata al disturbo è quella di coloro che si lavano frequentemente le mani dopo aver toccato qualcosa ritenuto potenzialmente contaminante, o dei rituali di ricontrollo minuziosi prima di uscire di casa. Questo è uno scenario riduttivo rispetto a ciò che è, come vedremo, l’entità del disturbo ma è fondato su un assunto vero: quello di riparare o respingere la possibilità che accada qualcosa di pericoloso, agendo quindi un controllo, anche se esasperato, sulla realtà.
Vediamo più nello specifico quali sono le componenti principali del disturbo ossessivo compulsivo, cercando di spostarci dallo scenario comune per vedere anche ciò che è meno noto. Anche in questo caso, come per chi soffre o ha sofferto di attacchi di panico, i sintomi meno noti sono sicuramente ben conosciuti da chi li ha vissuti.
Che cos’è un’ossessione?
Le ossessioni possono essere pensieri, impulsi, immagini che sopraggiungono nella mente contro la propria volontà e sono quindi avvertiti come incontrollabili. Il contenuto di un’ossessione non è sempre lo stesso, anzi è molto variabile, quello che spesso accade, proprio per la loro natura intrusiva e disturbante, è che riflettano convinzioni morali, valori, o idee molto lontani dalla personalità e o razionalità della persona. Alcuni esempi di pensieri/immagini ossessivi, possono essere il più noto “Ci sono dei germi sulle mie mani”, ma anche “Ho investito qualcuno con la macchina”, così come contenuti a sfondo sessuale, dal tradimento del partner alla presunzione di essere omosessuale.
Che cos’è una compulsione?
Le compulsioni sono comportamenti, sequenze di comportamenti o azioni mentali che vengono compiute in risposta a un’ossessione. Sono percepite da chi le mette in atto come, inevitabili, ovvero necessarie da eseguire, irrefrenabili, ovvero percepite come fuori dal proprio controllo, e rituali, da eseguire quindi sempre allo stesso modo. Essendo la risposta alle ossessioni, la loro funzione è di ridurre il disagio provocato da esse e quindi prevenire un qualche evento temuto, riparando a qualcosa che è stato fatto o anche propiziando il futuro. Alcuni esempi di comportamenti compulsivi possono essere il già citato lavarsi le mani, il riordinare, controllare, ma anche azioni mentali come contare, pregare, ripetere formule.
Come si struttura il disturbo?
L’insieme di ossessione e riposta compulsiva genera dunque il rituale comportamentale o mentale. Inizialmente questo rappresenta una forma di controllo dell’ansia scatenata dall’ossessione, e viene percepito come funzionale. Ad esempio quando sopraggiunge il pensiero ossessivo di dover controllare il gas per paura di eventuali fughe, tornare indietro a controllare darà una sensazione di tranquillità. Nel tempo però la ripetizione determina un cambiamento qualitativo di questa azione: il controllo del gas diventa inevitabile, dovrà quindi essere fatto necessariamente anche a discapito del tempo impiegato, e la ripetizione, per assolvere alla sua funzione di dare sicurezza, dovrà essere ripetuta sempre allo stesso modo. Insieme all’attuazione dei rituali è frequente che vengano messe in atto altre strategie per tentare di gestire il timore alla base del disturbo, come ad esempio l’evitamento di situazioni ritenute pericolose o potenzialmente tali, e la richiesta di aiuto e rassicurazione da parte degli altri. Non è così inusuale trovare infatti persone che coinvolgono anche i propri familiari nelle loro ritualità compulsive, in corrispondenza con il controllo rigido che hanno necessità di adoperare sulla loro realtà.
Come può aiutare la psicoterapia
Contattare uno psicologo per intervenire sul disturbo è necessario, perché come è facile intuire la ritualità compulsiva tende a diventare sempre più travolgente e impedente nello svolgimento delle più comuni attività. La psicoterapia breve strategica permette di intervenire efficacemente sul loop compulsivo per sottrarre gradualmente spazio alle ossessioni e compulsioni e ridare alla persona la sensazione di controllo sulla realtà senza ricorrere alla ritualità. In primo luogo si procederà ad indagare quindi quali sono i rituali e quale funzione svolgono, verranno perciò fatte domande specifiche, chiedendo ad esempio se le compulsioni sono le stesse o se si sono modificate nel tempo, quali e quanti sono i rituali attuati e come vengono messi in atto.
Per determinare il grado di pervasività del disturbo si procederà anche con l’indagine di una giornata tipo e quanto tempo viene dedicato all’esecuzione dei rituali e se vengono coinvolti anche altri attivamente.
L’indagine e conseguentemente l’intervento coinvolgeranno la paura e la credenza alla base del disturbo ossessivo compulsivo, per arrivarne all’origine con l’obiettivo di sconfiggerlo strutturalmente.
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